martedì 12 febbraio 2013

Perle....


Dall'esterno le ostriche non tradiscono la presenza del tesoro che forse celano.
I loro gusci grigi, erosi e spesso informi contengono il mollusco, circondato da pieghe di tessuto chiamato mantello.


La natura ha escogitato un sistema per proteggere il delicato organismo dell'ostrica: 
il mantello secerne una sostanza, la madreperla, che ricopre la faccia interna della conchiglia con uno strato levigatissimo.


Le perle si formano con la stessa sostanza,
il Carbonato di Calcio
CaCO3
in fase cristallina,
deposto in strati concentrici in fase cristallina.



L'ostrica si nutre schiudendo il guscio e risucchiando il plancton.
Tuttavia può capitare che qualcosa entri nell'ostrica come un pezzo di conchiglia o granelli di sabbia.


Proprio per proteggersi dall'elemento estraneo
 l'ostrica lo riveste con una serie di strati di madreperla.
Non tutte le ostriche producono perle;
in media, su tre tonnellate di ostriche raccolte,
solo tre o quattro conchiglie racchiudono perle di valore.


In Giappone però all'inizio dello scorso secolo fu scoperto un metodo per coltivare le perle. Oggi con un minimo di intervento umano quasi tutte le ostriche diventano perlifere.


Le perle coltivate vengono prodotte inserendo una particella "irritante"
perfettamente sferica nel corpo del mollusco.
Le ostriche sono poi sistemate in reti speciali e curate attentamente
fino al momento del raccolto,di solito dai 3 ai sei anni più tardi.


Risulta abbastanza complicato distinguere una perla spontanea da una coltivata poiché l'unico modo è spaccare la perla stessa... e sottoporla ai raggi X:
infatti se il nucleo originale è perfettamente tondo, la perla è coltivata.


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